
“Non posso assumere ragazzi che frequentano l’università…non sono affidabili”
“Se sono già concentrati sullo studio come potranno esserlo anche sul lavoro”
“Meglio non rischiare, non riusciranno a organizzarsi bene con così tanti impegni”
Questi sono pensieri che alcune persone erroneamente fanno sui giovani universitari che si affacciano al mondo del lavoro. Ma è veramente così? I giovani di oggi, la generazione Z, riescono a lavorare e studiare allo stesso tempo? L’ho chiesto ad Alice Zorzetto, studentessa di 19 anni del secondo anno di Scienze della Mediazione Linguistica.
Alice in questo articolo ci racconterà come vive la sua vita, tra l’università e il suo lavoro in OSM (Open Source Management) nell’organizzazione di grandi corsi e classi di formazione per imprenditori (Mind Business School). Col suo sorriso, la sua allegria e la sua maturità sfaterà alcuni miti sui ragazzi che studiano e lavorano allo stesso tempo.
Studiare mentre si lavora è un impegno molto grande. Perché lavori quando potresti decidere di studiare e basta? Cosa ti ha spinto a prendere questo grande impegno?
Sicuramente in parte cercavo indipendenza. Non volevo pesare ancora al cento per cento sulle spalle dei miei genitori, era giusto che mi rendessi autonoma.
Poi anche perché, se dovessi pensare di andare solo all’università, tutto il resto del giorno non saprei cosa fare. Quando ci sono delle lezioni sto all’università, ogni tanto anche fino alle cinque, però la maggior parte delle volte non resto lì tutto quel tempo. Quindi sì, è vero, ho le sessioni, le lezioni, devo studiare, ma poi? Tutto il resto del tempo starei a girarmi i pollici.
Poi ho sempre giocato a pallavolo abbastanza lontano da casa, quindi per fare un semplice allenamento impiegavo circa cinque ore. Dovevo sapermi organizzare bene, era necessario. Da lì sono sempre stata abituata a conciliare i miei impegni, la scuola, lo sport, le partite. Insomma, diciamo che ho sempre riempito le mie giornate, è nel mio DNA stiparmi di cose da fare.
Quindi diciamo che la mia decisione di lavorare e studiare insieme dipende da un mix di fattori. Da una parte c’è la volontà di essere autonoma e dipendente solo da me stessa, senza appoggiarmi ad altri; dall’altra parte c’è una mia necessità di tenermi impegnata, di fare cose nuove, di non annoiarmi mai. D’altronde ho diciannove anni e tanta energia che sarebbe sprecata se passassi le mie giornate chiuse in casa!
Perché hai scelto proprio questo lavoro impegnativo? Sarebbe stato uguale per te fare un lavoro diverso?
No, non sarebbe stato uguale. Io comunque vivo in questa realtà da quando sono nata, perché mio papà lavora in OSM da tantissimo, quindi diciamo che un po’ mi appartiene.
Poi sì, è vero, è impegnativo, ma non è un lavoro impegnativo qualsiasi. Qui sto bene, condivido molto la filosofia che porta avanti tutto. Io non sono qui per cosa mi può offrire questo lavoro, ma per cosa posso offrire io a questo lavoro e a me stessa. Poi dietro al lavoro in sé c’è un mondo: amicizie, condivisione, progresso, crescita e tanto altro. Grazie a questo sono riuscita a cambiare, migliorare me stessa e aiutare altre persone. Ero certa fin da piccola che in qualche modo stare qui mi avrebbe cambiata proprio come persona. Ad oggi, in effetti, sento di aver fatto molti passi avanti, di avere una mentalità diversa, con priorità diverse.
Insomma, ho deciso di venire qui perché credo non sia un luogo qualunque, ma un posto che ti porta al cambiamento da tanti punti di vista.
Come fai ad avere il tempo per fare tutto? Come organizzi la tua giornata?
A volte non è semplicissimo organizzarsi, però in realtà sono convinta che più cose ho da fare e più il tempo si dilata. Sembra strano, ma è davvero così. Quando hai a disposizione una giornata per studiare cinque pagine, dopo una giornata avrai studiato cinque pagine, se non di meno. Quando invece ti tieni impegnata, sei molto più concentrata. Non puoi assolutamente permetterti di sforare coi tempi, perché poi tutti i tuoi impegni iniziano a scalare di orario e passi la giornata a rincorrere le tue faccende.
Poi, come dicevo prima, mi piace tenermi impegnata e non annoiarmi mai. Infatti mi rendo conto che nei periodi in cui lavoro e basta, senza studiare, vorrei avere ancora più cose da fare.
Quindi sì, pur facendo più cose, riesco ad organizzarmi. Poi chiaramente ci sono alcuni periodi più pieni e altri meno.
Pensi di poter dare al lavoro il meglio di te oppure il fatto di essere impegnata con lo studio ti permette di svolgere mansioni un po’ meno impegnative?
Ho avuto un periodo, poco prima di una sessione, in cui ho fatto più fatica a conciliare lavoro e studio. Ero in difficoltà, non ero molto produttiva e avevo iniziato a trascurare un po’ entrambe le cose. Quindi, siccome più cose si fanno e più il tempo si dilata, in quel momento sentivo proprio di non avere tempo. Non mi organizzavo bene, non avevo tutto sotto controllo.
Poi sono partita insieme ad Alice Bighetti per la Germania. Uno dei miei più grandi progetti è quello di aprire OSM anche in Germania. Per qualche giorno abbiamo consegnato porta a porta il libro “Le dieci regole di successo” in tedesco. Dopo quel periodo di difficoltà tra università e lavoro, ho capito: quello era ciò che volevo davvero fare! Allo stesso tempo, però, non volevo rinunciare allo studio.
Quindi mi sono rimboccata le maniche: avrei dovuto dare priorità a tutte e due le cose, senza trascurarne nessuna. Per me non c’è solo una o solo l’altra, sono un po’ il mio yin e yang: diverse tra loro, ma indivisibili. Bisogna solo trovare il giusto equilibrio.
Ci saranno sempre dei periodi di “down”, l’importante è non abbattersi. Non bisogna per forza scegliere tra una e l’altra, è solo necessario trovare, come dicevo, l’equilibrio.
Conosco molte persone che, quando decidono che università frequentare, non hanno un’idea precisa di cosa fare dopo. Nelle tue mete future è sempre stata compresa la tua laurea oppure ti eri detta che avresti deciso col tempo?
Sì, certo! Io da piccola ho sempre detto: “voglio diventare come mio papà”. Mio papà gestisce OSM International (società di consulenza aziendale GLOBALE con sede negli Stati Uniti e uffici distribuiti per tutti il mondo). Poi io all’università studio diverse lingue, perciò capirai che l’amore per l’internazionale, le culture e le lingue, c’è. Queste ultime saranno infatti fondamentali nel progetto della Germania di cui ti parlavo prima. Poi un’altra mia meta è quella di diventare madrelingua tedesca e di far parte anche io di OSM International. Quindi sì, direi che la mia laurea è compresa nei miei obiettivi futuri!
Alice ha trasmesso chiaramente con le sue parole un importante concetto: un ragazzo che studia può lavorare senza trascurare nessuna delle due attività! Alice ne è l’esempio perfetto, è una forza incredibile! È ora chiaro che un imprenditore non deve assolutamente aver paura di assumere universitari. Anzi, a volte può essere che siano anche più bravi degli altri ad organizzarsi.
D’altronde, come dice Alice, più fai cose più il tempo si dilata!
Hai presente quei ragazzini che fanno trenta sport, suonano due strumenti, dipingono, sono bravi a scuola. Non ti sei mai chiesto come cavolo fanno? Ecco, oggi Alice ce lo ha spiegato in semplicissime parole. Quindi non sottovalutare i ragazzi che studiano, non escluderli dalla selezione, potresti scoprire che sono proprio come quei ragazzi tutto-fare di cui parlavo.
Scopri questi ragazzi, niente pregiudizi!!