
Dal mondo della contabilità a quello della moda è un attimo. Non ci credi? Leggi la storia di Chiara Sicignano.
Chiara è sempre stata una bambina determinata: se qualcosa non le stava bene, batteva i piedi e si faceva valere. Lo sa bene suo padre, che nonostante la sua personalità autorevole, data la sua carriera militare nell’esercito, di fronte a un paio di sandali che voleva comprare per la figlia, non sapeva di imbattersi in una risposta del tipo: “se vuoi comprare quei sandali comprali pure, ma io non li metterò mai!”
E la citazione sui sandali non è buttata lì per caso…
Chiara cresce, infatti, tra due grandi passioni apparentemente contrastanti: la matematica e la moda. I suoi pensieri si mischiano tra la goduria di far quadrare i conti, risolvendo problemi di algebra e la creatività dei colori, dei tessuti e degli abbinamenti dei vestiti da passerella.
Alla ricerca di un’armonia “perfetta”
Il cuore di Chiara è sempre andato alla ricerca di un’armonia perfetta. Un’armonia fatta di forme e proporzioni matematiche che potessero comunicare bellezza. Lei lo ha sempre saputo, ma nel tempo, si sa, le ragioni del cuore vengono sopraffatte da altri tipi di ragionamenti, o sarebbe meglio dire “giudizi”.
Il percorso scolastico di Chiara è turbolento, fatto di alti e bassi che la portano a pensare di non essere poi così adatta né per la matematica, né per la moda. “Se non sono brava a scuola, non sarò mai brava in nulla” – si diceva fra sé e sé, confermando l’opinione di certo poco motivante che di lei aveva qualche professore.
“Forse il liceo è troppo difficile per me, forse è meglio che vada a lavorare”. Un’idea questa, che per alcuni potrebbe sembrare negativa, ma che in realtà si rivela la sua più grande fortuna. E presto ne capirai il perché…
Un desiderio di riscatto
Paragonarsi alle amiche e ai coetanei della sua città è pesante. Molti di loro brillavano per voti, idee e competitività. Nelle loro case non c’erano problemi economici, le loro famiglie sembravano uscite dalla pubblicità del Mulino Bianco. Un futuro promettente fatto di master, viaggi all’esterno e stage in aziende prestigiose li attendeva a braccia aperte. O per lo meno, questo era ciò che balzava agli occhi di Chiara.
“Ero certa che il lavoro mi avrebbe aiutato ad avere l’autonomia che tanto desideravo. Il denaro guadagnato con le mie forze mi avrebbe permesso di comprare ciò che volevo, di non essere un peso per i miei genitori, e soprattutto di avere la libertà di delineare prima o poi il mio futuro! Lavorare ti consente di crescere rapidamente, di ponderare con più attenzione le tue scelte. E così è stato”
Diplomatasi in ragioneria Chiara inizia il suo percorso lavorativo in azienda. Lì la matematica torna ad essere una sua cara compagna di vita quotidiana. Mentre me ne parla sento la dolcezza delle sue parole riempire l’aria: stava davvero bene in quell’azienda, è lì che lei ha riscoperto la sua natura.
Le mamme ci vedono lungo!
Dopo anni nel ruolo di impiegata, una sensazione passata ri-bussa alla porta del cuore di Chiara. Nel suo gruppo di conoscenti era l’unica che timbrava e stimbrava un cartellino, l’unica che percepiva uno stipendio, l’unica ad avere già le capacità di gestire, muovere, risparmiare ed investire denaro. Ma per Chiara questo non era sufficiente. Non bastava per sentirsi unica, speciale e felice. Vedeva attorno a lei persone che tagliavano importanti traguardi, mentre lei, china sulla sua scrivania, faceva “il compito” al meglio delle sue possibilità, proprio come ai tempi della scuola.
- “Cosa potevo fare di unico per emergere?”
- “Che cosa avevo di speciale da far valere?”
- “Cosa avrei potuto fare per sentirmi anche io, un giorno, totalmente apprezzata dal resto del mondo?”
Nel bel mezzo di queste domande Chiara non era confusa, stava pian piano cercando di dar voce a quelle caratteristiche di sé che il tempo, i colpi della vita e i pregiudizi altrui avevano a poco a poco sotterrato. Un giorno, mentre guardavano la TV sua madre, conoscendo bene la figlia, le disse: “Chiara, questo sarebbe proprio il lavoro adatto a te! Ti ci vedrei proprio bene a fare quello che fa Carla!”
Le vere opportunità arrivano quando si è pronti a coglierle
Quella Carla era Carla Gozzi e quel programma in TV era “Ma come ti vesti?” un noto show in onda su Real Time che aiuta le persone nel loro percorso di restyling, attraverso un adeguato studio delle loro abitudini, mettendo mano agli abiti del loro armadio un po’ s-conclusionato e decisamente poco fashion.
L’affermazione della mamma è una vera e propria epifania per Chiara, che subito capisce che sì: la mamma aveva ragione! Era infatti la moda l’elemento che sempre aveva accompagnato Chiara in tutta la sua crescita, ma che da troppo tempo era stato declassato da lei stessa come una passione di poco conto, una frivolezza di noi donne, non certo un porto sicuro su cui costruire un’impresa.
Ma quando la chiamata arriva bisogna rispondere, perché “cogli l’attimo” non è un detto, ma un fatto concreto. È così quindi che Chiara inizia un percorso di formazione che le cambia completamente la vita. Si iscrive all’Academy di Carla Gozzi (sì proprio quella Carla) e passa giornate intere nel suo mondo preferito: quello dello stile. Quando torna a casa Chiara è talmente diversa da prima che sua madre addirittura le dice: “cammini in modo diverso!”. Ed era vero, perché Chiara camminava non solo più dritta e decisa, ma a diversi metri da terra. Finalmente era tutto più sensato e limpido. Quello era il suo lavoro, quella era la sua vera natura, quello era il suo destino.
“Cara Chiara è arrivato il momento di cambiare vita!”
Addio posto fisso. Benvenuta Partita Iva.
Inutile dirlo: dopo la carica iniziale Chiara deve fare i conti (di nuovo) con il giudizio altrui. “La consulente di immagine? E che lavoro è mai questo?”, “La partita iva? Che follia, non guadagnerai un euro con tutte le tasse che dovrai pagare!”. Ma chi ha un grande sogno non ha paura di niente, proprio come Chiara, che nonostante la frustrazione fa spallucce e va avanti per la sua strada. Batte i piedi.
Di cosa si occupa Chiara adesso?
“Aiuto le donne a portare alla luce la loro naturale bellezza” – mi dice, un lavoro delicato in cui ogni giorno Chiara ha l’opportunità di entrare nel vivo delle storie, delle emozioni e delle paure di tantissime donne e ragazze alla ricerca della loro identità.
“Nel tempo ho capito che la moda, lo stile e la nostra immagine sono questioni molto più profonde di quanto sembri. La nostra immagine è il veicolo della nostra comunicazione, il modo in cui interagiamo con gli altri senza parlare. Quando l’immagine e lo stile di una persona si intrecciano in armonia perfetta con la sua personalità, i suoi gusti e la sua professionalità, tutto cambia. Ci sentiamo allineati e liberi di essere noi stessi, acquistiamo energia e potere, pronti a dire chi siamo ad alta voce a tutti coloro che ci incroceranno”.
Al cuore non si comanda
Chiara oggi è una libera professionista, una consulente di immagine che usa la sua passione per l’aritmetica e la moda per rendere le donne consapevoli della loro bellezza. Per far risplendere in loro quella unicità che Chiara ha tanto bramato di conquistare, prima di tutto, sulla sua pelle. Trasformarsi, vedersi con occhi diversi non è semplice, così come non è sempre semplice farsi scrollare di dosso quelle etichette stantie che gli altri ci hanno da tempo appiccato sulla fronte, lei lo sa bene. E forse è proprio per questo che riesce a fare così bene quello che fa.
Seguiamo la strada che ci ha indicato la natura, senza scostarcene mai.
Per chi la segue, tutto è facile, tutto si semplifica.
Ostinarsi a vivere contro di essa significa remare contro corrente.
Lucio Anneo Seneca