
intervista a Alessandro Moschetti
La mia esperienza di investitore è iniziata dopo la bolla della new economy del 2000 che provocò perdite a molti risparmiatori che si erano avventurati ad investire sull’onda emotiva. L’euforia generale derivante dai concetti di “sviluppo”, “progresso” e “crescita” associati all’allora settore emergente di Internet (Dot-com), alimentò le aspettative nelle persone di futuri e continui aumenti del valore dei titoli emessi dalle aziende del web, a prescindere dalle informazioni espresse dai tradizionali indicatori di redditività (utili sui prodotti, indebitamento, beni materiali, disponibilità liquide, previsioni di crescita).
Ci fu un vero e proprio effetto gregge: tantissime persone investirono sempre più in aziende di questo settore senza fare delle accurate valutazioni razionali.
Le quotazioni cominciarono presto a calare e il Nasdaq, l’indice azionario di riferimento, perse in tre giorni quasi il 9%.
Nel corso del 2001 molte Dot-com companies chiusero o furono oggetto di operazioni di acquisizione e fusione.
Conoscere questi episodi storici finanziari è molto importante per un investitore al fine di comprendere come muoversi nel mercato degli investimenti azionari.
Questo episodio mi portò ad interessarmi alle azioni di aziende ad alto dividendo, ovvero a società quotate in borsa che producono utili costanti che vengono distribuiti agli azionisti e pagati in genere in due tranches annuali o anche trimestralmente. Si tratta di aziende spesso leader di settore a livello mondiale o che detengono quote di mercato molto elevate nel loro paese di origine.
In sostanza, hanno un monopolio nel loro settore o un marchio riconosciuto a livello internazionale.
Perché ho investito in quel prodotto? Cosa sono e come funzionano?
Di questo investimento mi ha sempre attratto l’idea di essere proprietario in piccola parte di un’azienda che ha un business affermato. Investo in questo settore da circa 20 anni e ho sempre cercato di farlo diversificando le aziende per settori e aree geografiche: Europa e Stati Uniti in particolare.
In questo modo sono riuscito ad abbassare il rischio, motivo per il quale consiglio anche di non mettere mai più del 5% del totale dei propri risparmi su una singola azione.
Investire in azioni ad alto dividendo inoltre non ha costi bancari, si paga una commissione di acquisto e non ci sono costi ricorrenti per tutti gli anni che si detiene l’investimento.
L’aspetto che più mi ha attratto di questo investimento è stato crearmi una rendita passiva costante e nello stesso tempo una rivalutazione del capitale.
Dal punto di vista pratico, l’investitore privato che acquista azioni di aziende ad alto dividendo non deve dichiarare nei suoi redditi i flussi percepiti dall’investimento o l’eventuale plusvalenza fatta sul capitale perché la banca si occupa di tutta la parte fiscale agendo da sostituto di imposta.
Che risultato ho ottenuto?
L’investimento mi ha consentito nel corso del tempo di salvaguardare il capitale investito e avere un ritorno positivo oltre ad un costante flusso di interessi. In media, il ritorno annuo, è stato tra il 7 e il 10% su un arco temporale di 20 anni.
L’investimento in questo tipo di aziende ha battuto costantemente il tasso di inflazione, ha protetto il potere di acquisto del denaro investito e mi ha permesso di attenuare le perdite anche nei periodi molto negativi come il 2018 o febbraio/marzo 2020 durante la crisi per l’avvento del Covid. Sono riuscito ad avere dei flussi anche quando tutto il mondo si era fermato.
Come si fa a farlo?
Investire è semplice ma non facile, quindi, per costruire un portafoglio di azioni di aziende ad alto dividendo, è consigliabile rivolgersi a professionisti della consulenza indipendenti che operano nel settore del risparmio amministrato.
Io personalmente utilizzo la piattaforma di Fineco Bank che è semplice da utilizzare e ha costi contenuti.
Per investire in aziende ad alto dividendo ci sono anche fondi attivi o Sicav (spesso inefficienti e costosi) o fondi passivi ETF con costi contenuti che permettono di diversificare il rischio che possono essere sia a distribuzione dei proventi che ad accumulo, cioè puoi scegliere se farti pagare periodicamente i proventi oppure reinvestirli.
Che cosa non si dovrebbe fare?
Quando si investe in queste aziende non bisogna avere la necessità del denaro nel breve periodo, è un investimento da tenere con ottica di almeno 5 anni. Per selezionare le azioni di aziende ad alto dividendo bisogno controllare che gli utili aziendali siano costanti nel tempo e che l’azienda che li produce reinvesta una parte di questi nel business, nell’innovazione dei prodotti, nelle risorse umane e nel marketing.
È altresì consigliabile non investire tutto il capitale in azioni di aziende al alto dividendo ma confrontarsi con un consulente per decidere che percentuale del capitale investire in base ad un’analisi personalizzata del portafoglio che tenga conto della situazione reddituale, familiare, lavorativa della persona che deve investire.
Ci sono altri consigli per il lettore?
Gli investimenti di successo necessitano sempre di tempo, disciplina e pazienza. Non bisogna farsi mai prendere dalla eccessiva euforia né dal panico, i mercati attraversano cicli che possono essere rialzisti o ribassisti. Inoltre, devi controllare periodicamente l’andamento del portafoglio costruito per verificare se vale la pena apportare dei cambiamenti.
Nel corso del tempo, ho modificato più volte la composizione del portafoglio, ho introdotto azioni di aziende di settori che rappresentano il futuro e tolto azioni di aziende che non si sono innovate e hanno perso nel tempo la loro leadership e quote di mercato.
Questo è il motivo per il quale è importante confrontarsi con professionisti e formatori che operano nel settore finanziario ed evitare il cosiddetto fai da te, almeno fino a quando non si sono acquisite le competenze necessarie per essere indipendenti.
Acquisire competenza è fondamentale, spesso si rischia di voler andare troppo velocemente ma nella direzione sbagliata.
Disclaimer
Quanto scritto in questo articolo rappresenta unicamente la condivisione delle azioni personali del sottoscritto e non dovrebbe mai essere interpretato come un consiglio di investimento ma come una semplice attività informativa. Ogni individuo dovrebbe fare la sua ricerca prima di decidere se e in cosa investire.
Ottimo articolo. Sarebbe possibile avere una lista di aziende di questo tipo?
Al momento le mie aziende preferite tra quelle che pagano buoni dividendi sono: Cocacola e General Mills in Usa, Sanofi Aventis, Kering Europa ,Unilever in Gran Bretagna, Terna e
Snam in Italia.
Con queste azioni si diversifica a livello settoriale, geografico e valutario con dollari, euro e sterlina.