
“Fare squadra tra genitori” è una sfida e un’opportunità contemporaneamente, soprattutto quando si ricopre un ruolo manageriale che richiede orari impegnativi e la disponibilità anche nei giorni meno convenzionali, come i weekend.
In questo contesto, coinvolgere il coniuge nella vita imprenditoriale può diventare un elemento chiave per mantenere l’equilibrio tra professione e famiglia.
Se non gestito con cura, il coniuge potrebbe sentirsi messo in secondo piano, creando tensioni e malintesi. Quindi, come si può coinvolgere attivamente il partner nella propria vita lavorativa, rendendolo parte del percorso e non un semplice spettatore?
Oggi, ci immergiamo in questa tematica con Barbara Cattani, CEO di OSM – Open Source Management, che affronta sfide simili ogni giorno. Barbara è una leader che, con un approccio discreto e al contempo potente, è riuscita a fare emergere il meglio dalle persone, donando loro una nuova direzione, o semplicemente aiutandole a riscoprire una rotta dimenticata.
Ma al di là del suo ruolo professionale, Barbara ha dimostrato come sia possibile tessere un equilibrio tra impegno lavorativo e famiglia, dando valore all’importanza di fare squadra con il coniuge non solo per il benessere della coppia, ma soprattutto per offrire ai figli un ambiente equilibrato e stimolante.
- Barbara, come hai trovato l’equilibrio tra la tua intensa carriera e l’essere una madre e moglie presente?
Sai, ‘essere presente’ è un parolone per me perché io, fisicamente, riesco a essere a casa molto poco. Sono costantemente in trasferta per lavoro, e quando torno a casa, spesso è tardi e tutti dormono già.
A dirla tutta mi sento un po’ una workaholic, il lavoro per me non è solo una professione. A volte, è così avvincente che mi devo ricordare di fermarmi e prendere fiato. C’è questa intensità che provo, anche nelle domeniche in cui, mentre tutti si rilassano, io mi ritaglio quel paio d’ore per organizzare e pianificare. E sai cosa spero? Che un giorno i miei figli possano trovare qualcosa che amano fare tanto quanto io amo il mio lavoro.
La gestione delle aspettative dei miei figli è stata una curva di apprendimento. Non si tratta solo di fornire un programma o di spiegare le mie assenze, ma di stabilire un dialogo aperto e onesto. Discuto regolarmente con loro delle mie responsabilità lavorative e cerco di essere chiara sul motivo delle mie scelte. Ascolto le loro opinioni, rispondo alle domande e chiarisco eventuali malintesi. Questo tipo di comunicazione pratica ci ha aiutato a mantenere un senso di normalità e routine, nonostante le mie frequenti trasferte.
Mio figlio di 17 anni è sempre stato molto autonomo, un atleta, e mio marito si è preso cura di lui, accompagnandolo agli allenamenti e sostenendolo in tutto. La mia piccola, che ha 10 anni, anche lei adesso dipende principalmente da mio marito per la gestione ordinaria.
Giancarlo è un imprenditore come me, ma con il suo lavoro fortunatamente riesce a poter essere con i nostri figli ogni giorno.
Siamo una squadra, lo diciamo sempre. Non è un equilibrio perfetto, ma è il nostro e funziona.
- In che modo coinvolgi il tuo coniuge nella tua vita imprenditoriale, garantendo che si senta parte integrante del tuo percorso e non un semplice osservatore?
Io e Giancarlo abbiamo un maxi accordo ed è lui che si occupa dell’ordinaria amministrazione, di tutto ciò che è la routine quotidiana.
Stiamo insieme da oltre 20 anni, conosce la mia passione per il lavoro e il mio impegno, ed è incredibilmente orgoglioso di me. Spesso racconta di quei momenti in cui mi ha lasciata al telefono per andare a letto alle 23 e poi, la mattina alle 6.30, mi ha trovata ancora al lavoro.
La rete di supporto non si ferma a lui. Sono stata fortunata ad avere il sostegno di entrambe le nostre famiglie. Mio marito, nonostante tutti gli accordi e il supporto, resta il vero pilastro della nostra famiglia. È sempre lì, con una presenza costante e rassicurante.
Anche in famiglia abbiamo un accordo, un progetto comune. La nostra missione è assicurarci che i nostri figli possano inseguire e realizzare i loro sogni mentre noi continuiamo a far crescere le nostre attività.
- Come gestisci le aspettative dei tuoi figli quando il lavoro ti richiede orari inusuali o impegno durante i weekend?
Non ti nasconderò che si tratta di un percorso spesso impegnativo. I miei figli, in particolare la più piccola, hanno sofferto a volte per il fatto che il mio lavoro mi prendesse tanto.
Mio figlio, ora che è cresciuto, ha la sua vita, e in un certo senso, questa autonomia ha reso le cose un po’ più semplici. Ma mia figlia… beh, è diverso. Ricordo una volta, quando aveva quasi 3 anni. La stavo preparando, eravamo in bagno, e le stavo spiegando che dovevo andare a Palermo per lavoro e sarei stata via per qualche giorno. E lei, con quella sincerità disarmante dei bambini, mi disse: ‘Mamma, sono contenta che tu vada a Palermo perché vedo che ti piace tanto quello che fai’. Queste parole mi hanno colpito profondamente.
Certamente ci sono momenti in cui va in crisi, in cui si arrabbia perché non ci sono. Ci sono momenti in cui anch’io, come madre, sento il peso di queste scelte. Adesso, ad esempio, ha iniziato a praticare la pallavolo e giocherà il sabato pomeriggio. Lei sa che non potrò partecipare sempre, ma le ho già promesso che ci sarò almeno un sabato al mese.
I miei figli hanno capito con il tempo che, anche se non sono un medico o una supereroina, il mio lavoro aiuta le persone.
- Quali consigli daresti ad altre coppie in cui entrambi sono profondamente immersi nel mondo imprenditoriale e vogliono garantire un’educazione equilibrata ai propri figli?
Se dovessi dare dei consigli a coppie simili, inizierei dicendo che è essenziale avere accordi chiari. Non intendo solo piccoli compromessi, ma accordi veri e propri. Ad esempio, sono stata da poco a Istanbul per lavoro e mia figlia era in vacanza ed era essenziale per me che non dovesse rinunciare ai suoi impegni o alle attività che ama solo perché io non sarei stata lì.
Quindi, ciò che ho fatto è mettermi seduta e pianificare ogni singolo dettaglio in anticipo. Con il sostegno di mio marito, cognate o alcune mamme delle amiche di mia figlia, abbiamo organizzato passaggi e trasporti. Abbiamo anche una babysitter fantastica, con la quale mia figlia ha un rapporto speciale, quindi abbiamo programmato anche del tempo che potevano passare insieme.
Ma la pianificazione non si ferma alle semplici esigenze logistiche. Ancora prima della mia partenza per Istanbul, ho preso un momento per sedermi con mia figlia e trovare un accordo, programmare un momento speciale da trascorrere con lei.
Questa è una cosa che faccio sempre, all’inizio dell’anno, ad esempio, mostro alla mia famiglia le date in cui sarò impegnata e, al contempo, programmo già dei momenti specifici in cui saremo tutti insieme.
Il vero sostegno per quel che mi riguarda proviene soprattutto da mio marito. E qui ti dico, scegli attentamente la persona che hai al tuo fianco. Questa scelta è fondamentale in qualsiasi ambito della vita, ma quando parliamo di business, la sua importanza si moltiplica. I miei figli vedono ogni giorno quanto sia cruciale per me avere il sostegno di Giancarlo.
È anche essenziale condividere e comunicare apertamente sia con i figli che con il partner. Non nascondere nulla, affronta direttamente le difficoltà e le sfide, sii trasparente. Quando mio figlio mi dice cose come ‘tanto domani non ci sei’, non mi nascondo dietro scuse, lo affronto e capisco la sua frustrazione. Ci sono sensi di colpa, certo, ma bisogna imparare a gestirli, ad affrontarli e a parlarne.
E ricorda sempre di tutelare gli interessi di tutti. La famiglia è un’entità collettiva, e ogni membro ha un valore e una voce.
“Fare squadra tra genitori e coinvolgere il coniuge nella vita imprenditoriale”: questa è la sfida che Barbara Cattani affronta ogni giorno, tessendo con maestria l’equilibrio tra la frenesia della sua vita imprenditoriale e l’importanza di garantire una crescita sana e equilibrata ai suoi figli. Ma, come emerge dal racconto di Barbara, non si tratta solo di un atto di giocoleria tra impegni e responsabilità.
Attraverso la sua storia, emerge un quadro chiaro: per avere successo in affari e come genitori, è fondamentale condividere, pianificare e comunicare. Ma al di sopra di tutto, è essenziale avere al proprio fianco un partner che sostenga, comprenda e collabori attivamente.
La storia di Barbara, secondo me, non è solo un esempio di successo imprenditoriale, ma anche una testimonianza della potenza della famiglia e del valore inestimabile del sostegno reciproco.