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Fare affari a Cipro: imprenditoria sul confine di guerra

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Quali sfide pone fare affari nell’ultimo paese diviso da un muro d’Europa.

La situazione geopolitica dell’isola di Cipro viene definita il “Problema di Cipro”, un modo senza dubbio curioso di definire un tentativo di colpo di stato, seguito da un’invasione militare, un’annessione de facto di metà del paese, e una missione di peacekeeping delle nazioni unite, UNFICYP, attiva dal 1964.

Ciononostante, il paese rimane, sebbene diviso e militarmente presidiato, un’importantissima testa di ponte per il commercio nel Mediterraneo, un polo del monitoraggio all’immigrazione, e un importante produttore di gas e petrolio.

Per questo motivo, sebbene la crisi economica del 2012 abbia messo un freno di un certo spessore alla crescita economica del paese, Cipro presenta molte opportunità per potenziali investitori, sviluppatori, e businessmen in generale.

Quali pericoli pone, però, investire a Cipro?

Il “Problema di Cipro” ha iniziato a manifestarsi già nel 1931, sotto forma di opposizione alla dominazione Inglese, e ha raggiunto livelli esplosivi negli anni ‘50 e ‘70, quando varie organizzazioni paramilitari hanno tentato dei colpi di stato, fornendo il pretesto per l’intervento militare di Turchia e Grecia, che hanno posto fine al colpo di stato. I due stati hanno poi diviso il paese sotto due diverse giurisdizioni, e dato vita alle diverse nazioni di Cipro del Nord, composta da comunità Turco-Cipriote sotto il protettorato Turco, e la Repubblica di Cipro, composta da comunità Greco-Cipriote, residuo giuridico della precedente isola unificata.

Le due nazioni sono ora divise dalla “Green Line”, una zona demilitarizzata presidiata dalle Nazioni Unite, che si estende per circa 180 km.

Dal 1974 le tensioni tra i due “paesi” che compongono Cipro non si sono distese, anzi, circa un migliaio di incidenti, dagli scontri verbali agli scambi di artiglieria, avvengono nella zona demilitarizzata ogni anno, con una riunificazione del paese che va sempre più allontanandosi.

In anni recenti, la scoperta di giacimenti di gas naturali al largo delle coste della Repubblica di Cipro, in una zona soprannominata Afrodite, che sarebbe di uso esclusivo di quest’ultima (la parte greca, per intendersi), ha nuovamente inasprito i rapporti, portando a presunte minacce della Flotta Turca di intervenire militarmente qualora la Repubblica di Cipro decidesse di attivarsi nell’estrazione di questi giacimenti.

Inoltre, nel 2019, una nave per l’estrazione di gas e petrolio Turca, la Fatih, ha ulteriormente riacceso le tensioni conducendo operazioni di estrazione nell’area “Afrodite”. Questo ha portato al presidio da parte delle flotte Turca, Greca, Statunitense, Russa e Britannica dell’area in questione, con una situazione pericolosamente volatile che potrebbe portare ad una riaccensione dei conflitti militari.

Queste tensioni pongono un’evidente sfida allo sviluppo del business a Cipro, dato che in una situazione analoga, le manifestazioni di Hong Kong hanno prodotto una compressione del -4.8% dell’indice di borsa, la chiusura degli aeroporti, l’interruzione del traffico navale e via dicendo. 

Diviene, in questa condizione, difficile stabilire un piano di business a lungo termine, senza una chiara visione della direzione che potrebbero prendere le tensioni, che potrebbero distendersi, come potrebbero inasprirsi.

Inoltre, considerando che la Cipro Turca viene riconosciuta ufficialmente solo dalla Turchia, a livello internazionale, non vi sono accordi di interscambio, agevolazioni, convenzioni e canali commerciali privilegiati con gli altri paesi, rendendo la parte nord del paese poco attrattiva dal punto di vista degli investimenti.

La stessa zona demilitarizzata pone delle difficoltà nel commercio e nei servizi a Cipro, con il bacino di potenziali clienti ridotto alla metà della popolazione, che equivale anche al dimezzamento del capitale umano a disposizione dell’una e dell’altra parte dell’isola.

Per questi motivi, sebbene Cipro possa essere un’importantissima testa di ponte per il commercio rivolto al Medio Oriente e al Nord Africa, e da quest’ultimi all’Europa, l’attuale situazione politica e geopolitica, e l’instabilità del paese, pone delle sfide allo sviluppo imprenditoriale dell’area, nonostante la posizione privilegiata e di tutto rispetto nel mediterraneo.

L’ingresso nell’Unione Europea della Repubblica di Cipro non ha peraltro migliorato la condizione, nonostante le speranze Cipriote, dato che l’UE non sembra intenzionata a muoversi con azioni più dirette di qualche “Dichiarazione” nei confronti della Turchia, e dell’occupazione coatta del Nord dell’Isola da parte di quest’ultima.

Il compromesso NATO nei confronti della Turchia, seconda forza bellica dell’Alleanza Atlantica, non permette di attuare scelte di polso nei confronti di questo paese, sebbene la Turchia abbia nell’ultimo secolo applicato una politica estera decisamente noncurante delle regole del panorama internazionale.

Diviso tra un’Unione Europea attendista e trattenuta, e una Turchia prevaricante e vorace, l’Isola di Cipro vede sfiorire le possibilità di stabilirsi come potenza commerciale, turistica, e immobiliare del Meditteraneo, a differenza della sorella mediterranea Malta, che sta vivendo un rinascimento economico e culturale.

Per questo motivo, Nicosia, l’ultima capitale divisa da un muro del mondo, rimane a rappresentanza delle grandi opportunità sfumate di Cipro, che sin dalla Repubblica di Venezia prometteva di essere uno snodo vitale del Mediterraneo, ed ora sembra condannata ad essere soltanto l’ennesimo paese smembrato da interessi petroliferi e gassosi.

Una fine che l’Isola dei Santi non si merita.

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Rami Nazha

Rami Nazha è Direttore Commerciale di OSM Real Estate, società di consulenza in gestione d’impresa specializzata nel settore immobiliare. Dottore in Studi Internazionali, Rami è da sempre appassionato di tematiche di attualità, di storia, di geopolitica e relazioni internazionali, anche a causa delle sue origini Italo-Siriane. Questo, e il suo amore per la scrittura, che ha dato vita nel 2021 al suo romanzo d’esordio, “Germogli”, spingono Rami a cercare di essere una voce lucida e penetrante nel panorama del giornalismo d’informazione, portando analisi e approfondimenti circa il panorama internazionale dell’imprenditoria e politica.

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