
Ebbene sì, sono un complottista.
L’ho detto, lo ammetto, è un dato di fatto (cit. J-Ax d’antan).
Ormai, dopo questi tre anni, non posso più nascondermi, troppe gocce han fatto traboccare vasi. E lo sono, a questo punto orgogliosamente, da almeno 25 anni.
Il complotto più grande e pericoloso ritengo sia quello ai danni della lingua italiana.
Fidatevi di uno che la “conosco” bene, in 10 anni di superiori ho rifatto il programma almeno un paio di volte, so di cosa parlo.
Tornando alla lingua, urge quanto meno riabituarsi ad usare i termini corretti.
Nel suo “1984” Orwell ci mostra quanto sia determinante, ai fini del dominio, il controllo sulla parola, tanto che nella sua romanzata società distopica, il protagonista, Winston, si occupa proprio di manipolazione del linguaggio, addirittura per un fantomatico ministero.
La stessa parola “complottista” viene spesso, se non sempre, usata a sproposito. Infatti, se vetrinista è colui che fa le vetrine ed analista è colui che fa le analisi, complottista sarà colui che fa i complotti, non colui che li denuncia, che tutt’al più sarà complottologo.
Stesso discorso per cospirazione e cospirazionista. La questione, semmai, dovrà vertere sulla creduloneria della persona a teorie ritenute fantasiose. Posto che lo siano, fantasiose. Ma questo è un discorso che riprenderemo più avanti.
La stessa parola “contro informazione”, a mio parere, viene promulgata dal sistema ed, alla fine, risulta avere un’accezione negativa, nonostante l’informazione di per sè stessa sia neutra. Determinanti, se mai, saranno le interazioni e le relative conseguenze. È l’uso che se ne fa a fare la differenza.
Il giornalismo è ancora il CANE DA GUARDIA DEL POTERE, quindi lavora in favore del popolo, oppure è diventato il cane da compagnia, un pachidermico carlino sdraiato sullo zerbino che aspetta da mangiare?
“Contro informazione”…e, di grazia, contro chi sarebbe, questa informazione? Contro il sistema? Ma se il sistema mente ed io dico la verità, saranno ben loro ad essere contro, o no?? Al momento, il meglio che ho trovato per identificare il fenomeno è INFORMAZIONE ALTERNATIVA.
Ah, se usassimo di più e meglio le parole, forse in questi ultimi tre anni avremmo reagito meglio … penso ad esempio alla questione del CONSENSO INFORMATO, che non risultava per niente informato (questo per vari motivi ormai evidenti ma che approfondiremo più avanti) ed ancora meno consenso, visto che l’obbligo non era formale ma sostanziale (o ti vaccini o non lavori e non mangi, w la democrazia).
Oppure il termine Novax, che oggi identifica un gruppo eterogeneo che va Da me che sono “zero dosi” a chi ne ha fatte anche due, correndo i rischi che sappiamo e prendendosene tutte le responsabilità, cosa totalmente fraudolenta di fronte ad un obbligo. Ma se io non accetto di passare una notte di passione con Gegia perché non è il mio tipo, non sarò un “no patata” o un “no sesso“ o “no donna” ( o un “no uomo”), tutt’al più sarò un “NO GEGIA”, perché non mi piace.
Anche gli INGLESI non scappano, basti pensare alla questione del clima, con l’emergenza che era GLOBAL WARMING ed è diventata CLIMATE CHANGE, segno di manipolazione mediatica ma soprattutto del fatto che evidentemente non è che ci avessero capito granché. Potrei andare avanti per ore, ma chiudo con una modernità.
Tutto è ormai “TOP”, “ADORO”, “CI STA” … ma cribbio (scusa Silvio!!), abbiamo il vocabolario più ricco del mondo per esprimere questi significati ( al posto di TOP, che ne so, forse … BELLISSIMO FANTASTICO MIRABOLANTE ECCEZIONALE PARADISIACO STUPENDO etc), addirittura diversi a seconda che si tratti di cibo, oggetti persone o animali… e invece appiattiamo tutto, soprattutto lingua e quindi concetti, mentre giochiamo a realtà virtuali sul nostro schermo 4k, “per una definizione migliore” … termine corretto SCHIZOFRENIA.
Comunque, amici, credete a me, “PARLARE BENE È PENSARE BENE” e “PENSARE BENE È…. MEGLIO”.
Poche parole corrispondono a poco pensiero, se non hai mattoni non puoi costruire, quindi viva la cultura … attenzione, però, a non cadere nel tranello dell “IO SO’ IO E VOI NUN SIETE UN C…O” tanto caro al Marchese Del Grillo, ignoranza e presunzione shakerate insieme creano un cocktail letale.
Sobre todo, peró, è forse giunta l’ora di ammettere la nostra totale ignoranza di come il macro funzioni ( neanche del micro ne sappiamo molto, ma ne riparleremo), approcciando qualsiasi informazione con mente aperta ma critica, consci della fatica necessaria per informarsi e verificare, con lo scopo di arrivare anche solo ad intravedere, nella penombra, un lembo di verità … sperando non sia carta igienica!!!
La veridicità della preveggenza orwelliana di 1984 con il suo “LA GUERRA È PACE” la stiamo testando (anche su questo torneremo).
Senza questa volontà di fatica e senza l’umiltà dell’ignoranza “LA VEGGO BUIA”.
Fidatevi di un ripetente.